LA MUTA

Quanti di noi non sono stati visti, uditi ed amati e per questo non vedono, non sentono, non amano?
Ma il genitore assente può alla fine nascere anche al nostro interno o in fondo a una grotta..
C’era una volta in un paese lontano una donna di nome Maria. Era bella come il fiore di loto e la sua voce era cristallina come un ruscello di montagna ma un terribile incantesimo la teneva stretta in una morsa di leone.
Infatti, quand’ella era bambina, si era persa nel bosco e, per quanto chiamasse, nessuno la sentiva. Disperata, vagava tra gli alberi increduli, tra i rovi pungenti, tra gli attoniti crochi. Tutto il mondo era sordo al suo richiamo.
Camminò per ore nel buio e nella luce ma non trovò alcuna traccia di cammino sicuro. Alla fine si sedette su un ramo secco e pianse. Il vento passò di lì e portò lontano il suo gemito ma nessuno rispose a quel richiamo. Smise di piangere e di chiamare e lasciò che i suoi piedini la portassero dove volevano andare.
Cammina e cammina, giunse alla fine in un villaggio: non sapeva dove fosse arrivata né dove si trovavano i suoi genitori, ma non sperava più in nulla e si fermò lì ad accudire altri bambini e a cercarli quando si erano persi. Cresceva in bellezza e virtù ma la tristezza per non essere udita stringeva il suo cuore: tutti la credevano muta e per questo non l’ascoltavano, anzi, pensando che fosse anche sorda, dicevano qualsiasi cosa in sua presenza. Andava spesso nel bosco e solo lì poteva cantare liberamente, solo nel bosco la sua voce si librava come un’aquila nel cielo.
Un giorno che era da sola nel bosco, camminò più a lungo del solito ed arrivò all’entrata di una grotta che non aveva mai visto prima. Timorosa, si mise carponi per entrare nella piccola fessura. Per un attimo pensò di essere ancora nel bosco in cui si era persa da bambina e voleva scappare. Il buio non le faceva vedere nulla e la terrorizzava ma qualcosa la tratteneva e le dava fiducia in fondo al cuore. Un dolce vento accarezzava la sua fronte nella grotta scura e, come per darsi conforto, si mise a cantare sottovoce. Con suo grande stupore, sentì che qualcuno le rispondeva con le stesse parole, gli stessi suoni: qualcuno la ascoltava!
Pian piano prese coraggio e cantò più forte e anche la risposta diventò più forte e sicura; pianse di gioia e la sua gioia si riflettè sulle pareti tornando a lei più grande; il suo pianto rimbalzò sulle rocce e la commosse. Finalmente, si sentì vista, udita, corrisposta e uscì dalla grotta con la voce. Nel villaggio tutti gridarono al miracolo e fu costruita una cappella in quella grotta che ridonava la voce a chi l’aveva persa.
Da allora Maria accompagnò le persone nella grotta ad ascoltare la propria eco e diventare sicure.
Si sposò e fece tanti bambini che seppe ascoltare con amore, così come ascoltava il vento, il canto degli uccelli, la voce di suo marito e la voce del Signore.

m.a.b.

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